Bacche di settembre

More, frutti di sambuco, corniole
Scommettiamo che nella vostra prima passeggiata settembrina troverete qualche piccolo frutto selvatico?

C’è un modo molto semplice per utilizzarli e preparare una prelibatezza, bella e buona, anche da regalare.

Oggi abbiamo raccolto le bacche del corniolo: un albero di piccole dimensioni e dal legno eccezionalmente duro e resistente, tanto che suoi rami in antichità venivano usati come giavellotti.

Mauro Corona lo nomina spesso nei suoi romanzi e racconti come un protagonista della montagna, un legno impossibile da spezzare, amico fidato dei pastori e di chi doveva difendersi da animali o altri uomini.
Ha un carattere così tosto che fiorisce anche col gelo dei primi di marzo: nuvole di fiorellini gialli leggeri appaiono qua e là tra i rovi, le pietre, nei posti scomodi che di solito questa pianta predilige.

Camminando e guardando il sentiero per appoggiare bene i piedi, vedrete per terra dei frutti rossi e scuri simili a piccole olive: vi trovate sotto ad un corniolo.

Agitate un po’ i rami per far cadere altri frutti maturi e raccoglietene un paio di manciate per preparare un litro di grappa.
Se volete assaggiare le corniole raccolte, provateci… ma scegliete quelle molto scure e morbide perché le altre sono acidissime!!

Arrivati a casa, sciacquate i frutti, asciugateli, metteteli in una bottiglia o in un vaso di vetro, copriteli con lo zucchero che può essere bianco o di canna e deve essere metà del peso delle corniole se non volete esagerare in dolcezza, poi riempite con della grappa bianca, agitate per sciogliere bene lo zucchero, lasciate in infusione per almeno tre settimane ed avrete la vostra grappa alle corniole.

Non serve filtrarla e potete sia bere la grappa che assaggiare le corniole.

Al poste delle corniole potete usare le bacche di sambuco e le more, che ora sono mature e dolci e spesso si trovano ai margini dei sentieri e delle stradine poco trafficate.

Buona passeggiata e buon raccolto!